Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

rare un codice ermenetuico immanente, tale da conferire alla vita un senso indiscutibile, in quanto gerarchicamente configurato. Dialoghi e azioni, spesso equivocati, accidentalmente avvertiti, messi «en abyme» invischiano i personaggi in verità parziali e molteplici, ma finiscono per offrire, allo sguardo mentale del pubblico, i meandri, impercettibili nella «realtà», della contradditoria complessità dei comportamenti umani. Ma se l'intrico delle azioni umane traccia geroglifici e viluppi, che solo il teatro può rendere dal vivo nella loro relativa interezza, il carattere dei personaggi pare disporre solo di superfici modellate secondo il ruolo momentaneamente ricoperto. All'irrompere del «moderno», l'insistenza della lettera viene da Shakespeare consapevolmente mimata, e il pubblico che osserva («noting») divertito il nulla («nothing») su cui poggia il mondo delle passioni umane, non si lascia sfuggire neppure un sospiro, ben sapendo che la rottura del silenzio implicherebbe un fragore ben più terrifico di un «colpo di cannon». Tomaso Kemeny 54

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