Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

NOTE 1 Una stesura radicalmente diversa di questa relazione (comunicata nell'ambito del Convegno Testo e lavoro della lettera, Bergamo, 13-16 Novembre 1985) fu letta nell'ambito del Convegno Internazionale Nel laboratorio del drammaturgo: dalla narrativa al teatro, Taormina, 6-8 Agosto 1985. Quella stesura porta il seguente titolo: Processi di testualizzazione in Much Ado About Nothing 2 Cfr. Greimas A.J., «Strutture discorsive» in Del Senso 2, Milano, Studi Bompiani, 1984, pp. 53-63 3 Cfr. Greimas A.J., op. cit., p. 232. 5 Cfr. Kristeva J. «Du Symbole au Signe», in Le Texte du Roman, The Hague-Paris, Mouton, 1976, pp. 25-35. 5 Cfr. Lotman J.M., «Il testo e le strutture artistiche esterne al testo» in La struttura del testo poetico, Milano, Mursia, 1972, pp. 333-352. 6 • Bachtin M., «Le forme del tempo e del cronotopo nel romanzo» in Estetica e romanza, Torino, Einaudi, 1979, p. 234. 7 Caritone di Afrodisia, Avventure di Cherea e Calliroe, trad. it. di A. Calderoni, Torino-Milano-Roma, Fratelli Bocca, 1913. 8 Bachtin M., op. cit., p. 234 9 Caritone di Afrodisia, op. cit., p. 423. lO ibid, p. 424. 11 Kristeva J., op. cit., p. 27 12 «La sérénité du symbole est relayée par l'ambivalence tendue de la connexion du SIGNE...» J. Kristeva, ibid., p. 28. 14 Bandello M., «NovellaXXII» in La Prima Parte De Le Novelle, a cura di F. Flora, Milano, Mondadori, 1952, p. 272. 15 Cfr. Pagnini M., Shakespeare e il paradigma della specularità, Pisa, Pacini, 1976 16 Bandello M., op. cit., p. 264 17 ivi, p.266 18 ivi, p.267 19 ivi, p.270 20 ivi, p.270 21 ivi, p.275 22 ivi, p. 277 23 Per la lettura della commedia nella prospettiva degli «atti linguistici» si veda K. Elam, «Much Ado About Speech Acts: atti, fatti, effetti, affetti nella rappresentazione drammatica» in «VS» n. 41, Milano, Bompiani maggio-agosto 1985, pp. 49-68. 24 A proposito A. Serpieri scrive: «Emergono i tratti di una profonda trasformazione sociale, politica, conoscitiva. Un nuovo tipo di pensiero, relativistico, garantisce solo illusioni o ipotesi di verità, precarie opinioni e prospettive sul mondo. I linguaggi si moltiplicano, e il soggetto stesso può essere attraversato da più di un linguaggio, e può sperimentare a un tempo vecchie credenze simboliche e nuovi turbamenti immaginari.» in «Premessa» a Shakespeare: la nostalgia dell'essere, Parma, Pratiche, 1985, p. VII. 55

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