Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

I noted her not, but I looked on her (Non l'ho notata, ma l'ho guardata) (I, I, 158) L'omofonia citata, non solo allude alla ambiguità costitutiva del linguaggio, come tale, ambiguità sfruttata da Shakespeare nello ambito del «pun» comico e farsesco, come del «decorum» cortigiano e mimetico, ma si propone anche come effettivo nucleo generativo del testo in cui, iconicamente, enuncia la sottesa pratica selettiva e distributiva. Tra l'altro la lettera differenziante «nothing» e «noting», la lettera «h», è oggetto di gioco linguistico, in un contesto che riguarda, significativamente, il legame coniugale. Si veda lo scambio di battute che colloca la lettera incriminata in rilievo metadrammatico: Beatrice: ... I am exceeding ill; heigh-ho! Margaret: For a hawk, a horse, or a husband? Beatrice: For the letter that begins them all, H. (Beatrice: ... sto proprio male, uffa! Margaret: Per un falco, un cavallo o un marito? Beatrice: Per la lettera con cui cominciano tutti e tre, la H.) (III, IV, 49-52) La messa a fuoco della lettera attraverso la triplice allitterazione non chiude il gioco del significante, in quanto la pronuncia di «h» «ache» si biforca a sua volta, rinviando anche al significato di «pena». L'omofonia tra «noting» e «nothing» e ciò che implica nella testualizzazione24 , ci fa sconfinare nella visione del mondo sottesa alla commedia. Infatti la disseminante e disseminata ambiguità, s'integra a livello delle grosse unità di azione teatrale che qualificano i personaggi, fenomeno che fa sinteticamente osservare a Benedick come «l'uomo sia mutevole»: 51

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