Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

sforma la loro «guerregiata ripulsione» in «attrazione pacificata». La «incostanza», vera peste che contamina, in Shakespeare, la raffigurazione della vita affettiva a corte, in rapporto «iponimico» con la «fedeltà» in amore, è attribuita, a apertura di testo, da Beatrice a Benedick: ... He wears his faith as the fashion of his hat... (... indossa la lealtà come cambia cappello seguendo la moda...) (I, I, 7) La stessa «immagine» verrà usata da Benedick per illustrare l'universale «infedeltà» femminile: In faith, hath not the world one man, but he will wear his cap with suspicion? (Non resterà, in verità, un solo uomo al mondo che possa indossare il cappello senza destare sospetti?) (I,1,191-192) dove si allude, con grande evidenza, all'occultamento sociale delle «corna». Alla sua volta, Beatrice valorizza proverbialmente la propria «irrequietezza» e reticenza verginale come garanzia contro le citate plebee escrescenze frontali: ... for it is said, 'God sends a curst cow short horns', but to a cow too curst he sends none (... poiché è detto che 'Dio manda corna piccole alla mucca irrequieta, ma a una mucca troppo irrequieta non ne manda affatto). (II, I, 20-22) La verosimiglianza porta Bandello a dare un nome, Scipione Attellano, alla funzione del narratore, a specificare l'anno in cui gli eventi si svolgono (1283), la corte e la città di Messina. 41

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