Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

La donzella, fortuitamente salvata dagli sgherri, è Dalinda, appunto, la seconda narratrice intra-diegetica nel1'episodio. Come abbiamo visto le viene affidato il programma narrativo atto a saturare l'oscura storia di Ginevra. C'è da osservare come la «voce» di Dalinda attivi una monodìa da personaggio «malamato». Finirà la sua esistenza in convento dopo essere stata dall'amato Polinesso affidata a due sgherri (messi in fuga, come abbiamo visto, da Rinaldo), perché lo liberassero da una complice inconsapevole e virtuale testimone a carico. In Ariosto, quindi, la «configurazione passionale» trattata, si integra in un «segmento-avventura» che ha per protagonista Rinaldo, che incontra, così, una composita prova da affrontare, il cui superamento gli conferisce il fascino ideale derivante dal suo codificato prodigarsi incessante e disinteressato. Là deontologia che lo fonda, gli permette di sintetizzare, nell'azione, la propria immagine sensibile con l'idea della propria identità e gli preclude, ulteriormente, la possibilità di recedere dalla ricerca di situazioni atte a risolversi in imprese prodigiose. La sequenza-avventura implode nel tempo circolare della «idealità riconfermata». La profondità, la distanza luminosa dell'evento è acquisita attraverso la tensione lirico-epica prodotta anche dalla griglia metrico-fonica, iterata e mirabilmente variata nel ritmo. I lavori di Caritone e di Ariosto condividono la funzione del simbolo, la produzione del suo ideologema 11, in quanto la configurazione passionale in questione viene attivata secondo «unità di restrizione» che escludono la mutazione degli innamorati e della reciproca affezione, nonostante gli equivoci di contrappunto, che, al contrario, contribuiscono a portare la «configurazione» stessa alla obliqua ma piena manifestazione sensibile dell'invisibile che è la passione amorosa, qui fondata su un «universale» trascendente. Dalla «serenità del simbolo»12 , la «configurazione pas39

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