Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

l'Olimpo e del regno di Zeus, viene sconfitta senza ritorno dal solare Sarastro38 • Nel corso dell'intreccio la Regina della Notte tuttavia si sdoppia, come i plots e i codici illuminista e romantico che alimentano le serie iconiche agreste-popolana e mistico-regale, secondo un'incongruenza più volte lamentata, apparendo madre salvifica nella prima parte, e strega da precipitare nell'abisso nella seconda. L'oscillazione è doppiamente prodotta dalla combinatoria di codici e regimi simbolici: al volto naturale primigenio che uno sguardo illuminista le riconosce subentra la maschera che un monarchismo diairetico e romantico le impone, per subordinarla ai valori diurni della potenza collettiva e della futura celebrazione della nazionalità come destino di elezione. Riportando sulla scena la Regina della Notte, troppo facilmente «eliminata» nel Flauto, Goethe ripropone nel suo duplice segno - dell'eros e della maternità, da cui dipendono la coppia e la generazione (il figlio di Pamina) - il nodo della dea cancellata, per esplorarne gli esiti. Dopo aver tentato due volte di realizzare il suo Flauto, egli desiste per mancanza di un compositore adatto a musicarlo, ma ne travasa l'esigenza simbolica nel secondo Faust. La rinuncia di Faust al femminino e al materno, espressi da Gretchen e sostituiti dall'ansia di conoscenza e edificazione sociale come potere, rivela un risvolto demoniaco: il bonificatore di paludi e costruttore di città scopre l'inganno del suo patto con Mefistofele. La discesa nell'abisso delle «madri» - die Mutter-e la lunga traversata dei miti e della cultura nordica e classica (nella Valpurghische Nacht e nella Classische Nacht) marcano un percorso che culmina infine con la salvezza di Faust, nel segno di g_ uel materno «ewige Weiblich» riemerso dall'abisso in cui"-era stato esiliato. Giuseppina Restivo 191

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