Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

much compromise, too much sacrifice». In questa immagine jamesiana di Shakespeare compositore della sua ultima e più alta partitura, la Tempesta si ricongiunge al Flauto magico, anch'esso ultimo e più libero canto, che Mozart va scrivendo insieme al Requiem prima della morte. Della Tempesta il Flauto non ripete, a livello diegetico, la prospettiva centrale, e separa in Tamino e Papageno i canali del suo bilogismo: in termini di semantica strutturale, mentre la favola shakespeariana «apriva» sull'illuminismo come esplorazione del futuro, il Flauto persiste sull'illuminismo, nel momento stesso in cui dà spazio al nuovo codice romantico che va affermandosi, e ad una sintassi simbolica destinata ad attraversare tutto l'Ottocento. In direzione romantica muove appunto il testo con cui Goethe tenta di riprendere e completare l'opera di Mozart con il suo Flauto magico, Frammento, scritto in due riprese, nel 1795 e nel 1798. Nel suo Flauto, che Goethe avrebbe voluto musicato dallo stesso Mozart36 , si assiste al ritorno vendicativo e mortuario della Regina della Notte - il rimosso dell'intreccio nel Singspiel mozartiano - nel cui segno si determina il sacrificio del figlio di Tamino e Pamina, sottratto ai genitori e rinchiuso in un sarcofago d'oro. Al lutto dell'infelice coppia di principi corrisponde parallela la sterilità di Papageno e Papagena: _ l'opposizione tra la pedagogia diurna di Sarastro e i valori della Regina della Notte37 si rivela così inconciliabile nel momento stesso in cui la Regina si demonizza ulteriormente nell'unione con Monostato. Se l'illuminismo della Tempesta, attraversato da uno sguardo gotico, esprime il volto della strega Sycorax, ma culmina nell'equilibrio celebrato dal masque nuziale nel segno di Demetra, nel Flauto la Regina della Notte, imago della Nyx, la dea materna della mitologia preolimpica, annerata e allontanata dall'avvento degli dei solari del190

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