Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

ripetuta nel testo di Calderon, «ciò che l'io può fare» - sgomenta Sigismondo per il grado ferino che vi scorge, e disorienta Tamino di fronte alla sua supposta alterità rispetto alla ragione (i due Templi di Natura e Ragione appaiono infatti distinti), la continuità o unità di legge, natura e sapienza è postulata solo nella Tempesta, unico dei tre testi a concepire una gnoseologia illuminista. Nel Flauto magico la componep.te illuminista è affidata all'istintualità di Papageno. 5. Scomposizioni Nei tre intrecci di Shakespeare, Calderon e Mozart, i nodi salienti si ripetono: attraverso un naufragio, la reclusione tra le montagne o lo smarrimento in un bosco, un principe viene isolato, subisce un'esperienza di «caduta» (nel mare, in una condizione di prigionia, nei pericoli del bosco) e poi di iniziazione, e viene salvato. È quindi educato da un re-padre (Prospero, Basilio o Sarastro), incontra una principessa di cui si innamora, supera la prova difficile, si sposa e ascende al trono. La,prova è sempre triplice: per Ferdinando di prigionia, lavoro e dieta cruda punitiva, per Sigismondo di prigionia, di un giorno di regno e nuova prigionia, per Tamino di «rinnegamento» della Regina della Notte (che pure lo ha salvato), di Pamina (che lo ama), e poi di discesa agli inferi. Se Ferdinando apprende la priorità dell'amore sulla regalità, Sigismondo apprende la lezione inversa, e Tamino la priorità dei valori della confraternita, di ispirazione massonica. Il re-mago, dedito allo studio o all'ascesi, è sempre comunque vedovo o senza moglie, e la figura della madre è assente o negata in questi «sogni del padre». Ma mentre nella Tempesta Prospero e Ferdinando celebrano Cerere, a modello simbolico materno e di fecondità, per il matri187

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