Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

confraternita, in una lacunosa subordinazione-ribellione che la musica colma e utilizza insieme. Se la vicenda di Tamino rispecchia i valori di Sarastro senza esitazioni, il testo la sdoppia per tutta la sua lunghezza, sorprendentemente la contrasta, anzi decostruisce, in un continuo processo di autocontraddizione e autoirrisione comica del main plot, affidato alplot di Papageno, che rende «instabile» il sistema assiologico della narrazione. Anziché parlare come la Tempesta attraverso il medesimo intreccio ma duplicando «l'opinione», la bivocità del Flauto magico parla attraverso personaggi e plots separati, decentrando la struttura diegetica. Anziché destituire il messaggio convenzionale di superficie con un messaggio wit sottostante, il testo mozartiano esprime una duplice «aderenza», consentendo due diverse identificazioni, con il principe e con il suo doppio rurale Papageno. Ma con il principe è l'intero sistema testuale a sdoppiarsi: nel registro (comico vs eroico), nel codice (illuminista vs romantico), nell'orientamento simbolico (androgino vs una dominanza diurna) e nei suoi correlativi oggettivi, i due strumenti musicali magici, il flauto di Tamino, i campanelli di Papageno. Prima che compaia Papageno a esprimere il registro comico e ciò che semanticamente vi corrisponde, come già Ferdinando nella Tempesta, Tamino è solo un attraente efebo che manca alla sua prima prova iniziatica. Egli infatti non sconfigge il serpente nel bosco (ucciso per lui dalle tre dame della Regina della Notte, poi troppo facilmente rinnegate) ripetendo lo scarso eroismo che aveva spinto Ferdinando a saltare per primo dalla nave in balia della tempesta. L'eroismo investe Tamino solo quando la «specializzazione» comica di Papageno consente un continuo contrappunto, radicalmente anti-eroico e radicalmente illuminista, nei confronti della coppia regale e ascetica. Flauto magico di Tamino e campanelli magici di Papa184

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