tono concordi il monopolio pedagogico e simbolico di Sarastro. L'educazione ascetica della coppia- fino al rischio del suicidio di Pamina - si conferma nell'identificazione generazionale di ramino, risucchiato dalla «legge» di Sarastro e dai suoi regimi emotivi. L'iscrizione dell'erede alla successione del regno procede secondo la formula dell'alleanza-da Sarastro realizzata con ramino tramite il possesso della principessa da sposare, «opportunamente» da lui rapita- ma anche mediante una «paternità adottiva», nei confronti del principe, in un ambiguo sovrapporsi di matri- e patri-linearità, mentre il controllo degli eventi come programma della storia (del tempo) garantisce il radicarsi dei valori della confraternita. Re-sacerdote preceduto da una muta di sei leoni, in uno sfondo di faraonica trionfalità egizia, Sarastro unisce ramino e Pamina non in un paesaggio idillico-agrario, ma in un solenne tempio di Iside e Osiride, affollato da sacerdoti e oratori: lo scenario scelto da Prospero per Ferdinando e Miranda è lontano quanto la sua filosofia del simbolico (il suo equilibrio di regimi diurni e notturni33 ) sostituito dal più intenso tripudio di simbologie uraniche e regali esclusivamente diurne. Sarastro impone la priorità dell'ascesi sugli affetti, e dell'identità eroica e «statuale» sui valori illuministi dell'istinto e dell'amore naturale. A ramino e Pamina le prove impongono una gerarchia innaturale di valori, sottolineata dal mancato adeguamento ad essa di Papageno e Papagena, la coppia non eroica e basso-popolare che accompagna le vicende alte dei principi. Ma è proprio il subplot di Papageno e Papagena a modificare profondamente la logica testuale, riavvicinandola a quella della Tempesta, da cui il binomio Sarastro-ramino sembrava allontanarsi per eccessiva distanza da Prospero e Ferdinando. La priorità ascetica di Sarastro è infatti tanto coerente e univoca quanto incapace di saturare il testo, in cui vaste zone si sottraggono alla legge della 183
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