Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

ta, subordinandosi solo in superficie. Brusche inversioni di segno rivelano una pluridiscorsività che solo nella musica si cornpone32 • La bivocità della settecentesca favola mozartiana si costruisce, come già per la Tempesta, sulla presenza di un codice illuminista, che attinge ai registri del comico, in contrasto con un codice dell'ordine autoritario, che assume invece il volto alto/sublime della regalità. Se il limite dell'illuminismo della Tempesta era il codice dominante del rinascimento, il limite dell'illuminismo nella favola mozartiana è piuttosto il sintagrnatisrno altamente simbolico del codice romantico, che già incide profondamente nel testo, ritagliando per sé buona parte del percorso di senso nei suoi nessi assiologici e antropologici. L'intreccio del Flauto magico attraversa fasi contrastive. Nella prima Tarnino, giovane principe smarritosi in un bosco e assalito da un pericoloso serpente è salvato dall'intervento di tre darne e dalla Regina della Notte, che gli dona un magico strumento, il flauto del titolo, con il quale affrontare i pericoli della natura. Mostrato al giovane il ritratto della figlia Parnina, rapita dal mago Sarastro, la Regina incita il principe a salvare la fanciulla per sposarla, e Tarnino, innamorato del ritratto, si avvia all'impresa, insieme ad un giovane uccellatore, Papageno, divenuto suo aiutante. Ma, giunto da Sarastro, re-mago simile per poteri e qualità di regista a Prospero, Tamino scopre in lui non un malvagio tiranno ma un saggio educatore, guida di un'ascetica confraternita (dai tratti massonici), depositaria di superiori ideali cui rapidamente si adegua. La Regina della Notte tenta invano l'alleanza con Monostato, un negro già al servizio di Sarastro, ma viene definitivamente sconfitta. Superate le prove iniziatiche imposte da Sarastro, Tarnino è da lui unito alla principessa. Le 4 istanze su cui «scorre» l'intenzione del testo - le stesse rilevate nella Tempesta e nella Vita è sogno - riflet182

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