Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

il figlio, ha subìto una critica radicale, ma l'ordine del re è stato infine confermato da un Sigismondo proiezione e prosecuzione della volontà paterna. Il percorso testuale, imperniato sulle stesse quattro istanze della Tempesta, ha prodotto nella Vita è sogno messaggi radicalmente diversi: alla dissoluzione shakespeariana del potere paterno nella felicità della coppia dei successori corrisponde in Calderon il riaffermarsi della «legge del re», che Basilio con il suo comportamento e Sigismondo con la sua ribellione avevano messo in discussione. Se il modello astrologico del mondo di Basilio è messo in crisi e sconfitto con il suo codice medievale29 , ad affermarsi in sua vece con Sigismondo è un codice rinascimentale della volontà laica e terrena e della centralizzazione del potere, efficiente nella sua organizzazione, ma non meno monarchico e autoritario dell'ordine precedente. Il potere «sintagmatico» del principe rinascimentale si impone non solo sulle rovine delle superstizioni medievali, ma anche sui rischi dell'iniziativa popolare e antigerarchica (guidata da un soldato) che aveva fatto balenare soluzioni rivoluzionarie «preilluministe». Queste sono vissute come eccesso temporaneo, parallelo all'esplosione di libertà di Sigismondo a corte, nella sua anarchica insofferenza delle regole come sovrano di un giorno, ansioso di esplorare i limiti di «ciò che può fare» secondo la sua pura volontà istintuale svincolata dai legami sociostatuali. Se la Tempesta produce una restaurazione monarchica che pure va al di là dell'istinto monarchico, prefigurando nel gioco della sua bivocità valori illuministi - particolarmente evidenti nel passo di Gonzalo sull'ipotesi di una società senza re, ispirato al saggio sui cannibali di Montaigne30 - il testo di Calderon non esita nel sostegno ad una salda organizzazione statuale, ben al di qua dei rischi della demonarchizzazione. 180

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