Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

veste anche il suo progetto magico-utopico, investe, ancor prima e più «scandalosamente», quanto poteva opporsi all'utopia per grado di concreta realtà: la storia e la dimensione domestica. Sottraendo consistenza a ciò che so­ .litamente si ritiene averne - il mondo della storia - essa produce un livellamento tra storia e proiezione del desiderio o scelta ideale del possibile. L'azzeramento onirico del reale «consuma» la differenza tra reale e utopia, in questa prospettiva (in-)consistente quanto la realtà. La scelta del desiderio può allora bene farsi principio istitutivo dell'operare di Prospero, non meno legittima dei «sogni cattivi» della storia. È nel trasalimento epistemico di Prospero che può fondarsi il senso della scoronazione del Palazzo, di cui egli stesso si fa tramite attraverso una delle due voci del testo26 • Anche nella Vita è sogno di Calderon un re-padre esperto delle stelle si incontra con lo sgomento della responsabilità della storia e della sua dissoluzione onirica, ripetendo nel suo percorso le 4 istanze di fondo della Tempesta, ma qui la vicenda ribalta la conclusione del dramma shakesperiano. Non vi è bivocità in Calderon, né una «convergenza al centro» del testo, e l'andamento è lineare: il culmine è nella sorpresa finale che legittima definitivamente i valori dell'autorità regia, messi in discussione dall'inizio. Il contrasto tra i due testi, se bene illustra il dibattito culturale dell'epoca, ancor più dà risalto all'insolita articolazione dell'ultima opera di Shakespeare, alla sua ardita sintassi semantica già nettamente «affacciata» sul secolo successivo. L'intreccio della Vita è sogno è collocato in una Polonia immaginaria quanto l'isola della Tempesta, e il suo sovrano Basilio non è un mago, ma è come Prospero un sapiente astrologo, che cerca di gestire gli eventi e programmare il futuro. Astrologia e scienza tuttavia non hanno impedito al sovrano di errare nei suoi progetti e nei suoi doveri di edu177

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