traverso il registro fool, la scoronazione carnevalizzante del comico. All'istanza di educazione corrisponde l'istanza di identificazione generazionale: in essa si definiscono le pulsioni di proiezione-rispecchiamento del padre nei figli e viceversa. Regista di tutta la scena, Prospero non forza alla propria identità, non vincola ad una legge monarchica né Miranda né Ferdinando. Non a caso egli ha svelato solo da poche ore a Miranda la sua identità sociale, dopo tanti anni di educazione in cui le categorie della sovranità sono state escluse, né mai Miranda si è potuta pensare come principessa o ha potuto vedere in lui un'autorità regale. Analogamente la violenza della prigionia imposta a Ferdinando contro le intercessioni di Miranda è finzione didattica e temporanea, che irride la logica del despota. Prospero si proietta nei due giovani anziché omologarli a sé, si dissolve nelle loro emozioni anziché prolungare in essi le proprie, magari secondo il repertorio di circostanza tipico della tragedia elisabettiana di vendetta22 • Discretamente in disparte, come nella scena centrale analizzata, egli sosta tra le quinte per gioire di una piega naturale degli eventi: la sua magia è ausilio di una naturalità che è anche riscrittura della storia. La terza istanza, della successione, è quella su cui maggiormente si appuntano gli effetti miracolosi della magia. Questa opera una peculiare sintesi di valori che il gioco di battute esibito in scena rivela all'orecchio sensibile, come certo quello elisabettiano, ben desto, per motivi di politica contemporanea, ai problemi della successione della casa regnante inglese. Prospero non solo oppone contro il costume dei regnanti il matrimonio preferenziale al matrimonio dinastico, ma incrocia la successione matrilineare del ducato di Milano - trasmessa mediante la figlia Miranda - alla successione patrilineare del regno di Napoli, trasmessa mediante il figlio di Alonso. Quest'ultimo, invece, ha allontanato la figlia Claribel dalla corte, secon174
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