Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

bel e il re di Tunisi. Il dramma scorre su due binari, si configura per tutta la sua lunghezza come opposizione tra un'«opinione corrente» (ideologia dominante) e una diversa voce, affine alla «voce di verità» o «d'autore» che nel romanzo umoristico del Settecento spesso si priva di parola diretta, ma si esibisce con intensa ironia nella distanza rispetto all'opinione corrente20. Nella Tempesta questa sottintesa voce d'autore non è opinione altra tra le opinioni possibili, ma filosofia che sommuove l'ordine del senso, codice altro e nuovo del quadro del mondo. Il testo risulta così duplicemente sdoppiato: al rispecchiarsi delle scene tra loro rispetto al centro si aggiunge il parallelismo delle due Scene e dei rispettivi registri lungo la serie cronologica degli eventi. Una dialettica enantiodromica rende instabile l'aureola del personaggio: come s'è visto, Prospero viene ora investito da flussi verbali e cinetici che gli conferiscono uno statuto solenne e regale, ora assoggettato a pose e battute nella gamma del quotidiano comico o del patetico. Analogamente e specularmente Calibano trascorre da «diavolo» deforme a ribelle con una dignità prerivoluzionaria (si pensi al suo canto di libertà), da «bestia ineducabile» a giudice di educazione21: irreversibile è invece il machiavellismo di Antonio e Sebastian, da cui Prospero prende netta distanza, mentre non a caso riconosce Calibano «suo»: this thing of darkness I Acknowledge mine. (V, I) (riconosco come mio questo essere delle tenebre) In Calibano si proiettano di Prospero sia le implicazioni di ribaltamento anti-monarchico che più profonde implicazioni antropologiche, inversioni simboliche relative al rapporto con Miranda. La delega a Calibano di un desiderio incestuoso, rilevata dalla critica (Miranda è per Calibano oggetto di lussuria e di «ansia di procreazione») 172

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