Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

grammato» tra Miranda e Ferdinando. Despota illuminato - per Dover Wilson superuomo nietzschiano - Prospero sembra modellare la realtà secondo il suo saldo volere, che irresistibilmente si attua. Ma è possibile descrivere gli stessi eventi dell'Atto I in modo diverso: 1. Il naufragio della nave è parvenza temporanea (la nave riapparirà integra come prima), non opera violenta di un potere forte e determinato, quanto simulazione a scopo didattico-iniziatico, per successiva ammissione dello stesso Prospero e di Ariel. 2. Alla sua prima apparizione il re-mago dell'isola si sveste del manto magico- si sottrare all'identità del manipolatore potente - rivolgendosi alla figlia Miranda solo come padre naturale, ad anticipazione dell'abiura dai poteri magici nell'atto V. 3. Prospero teme il disinteresse della figlia per il suo passato di signore di Milano e ritiene che l'appartenenza di entrambi alla stirpe ducale regnante debba sembrare a lei irrilevante 4. Prospero convince Ariel a obbedirgli solo promettendogli la libertà. 5. Prospero non convince Calibano del proprio diritto a comandarlo, e ottiene sottomissione solo con la paura e la coercizione 6. Prospero ottiene la sottomissione di Ferdinando perché il giovane ama Miranda. 7. L'amore tra Miranda e Ferdinando è spontaneo, e implica la disobbedienza di Miranda agli ordini del padre. La seconda descrizione così delineata implica una funzione fool, una desemiotizzazione della regalità di Prospero e dei valori epocali dominanti dell'autorità regia. Una serie di scambi dialogici accentrati su Prospero, curiosamente «stonati» per eccesso di comicità nella prospettiva della prima lettura, divengono accettabili e significativi solo nell'ambito della seconda prospettiva, 168

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