Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

ra stanca e minore, romance privo di realismo storico per Gabriele Baldini9, essa è invece il più raffinato capolavoro di Shakespeare per Dover Wilson10 , opera somma del suo autore e suprema della letteratura occidentale nel giudizio di Henry James11 • Valutazioni e interpretazioni diverse parlano lingue diverse, e tuttavia si riferiscono allo stesso testo, interloquendo con la sua voce. Ma quante e quali voci ha la Tempesta? Un'analisi delle due scene che costituiscono l'Atto I è sufficiente per rivelare una dicotomia che attraversa il testo, non solo come gioco, già analizzato dalla critica, di registri tragici e comici, affidati a personaggi della corte o a popolani e clown (Stefano e Trinculo, cui si unisce Calibano), ma come sdoppiamento al livello dell'intreccio, che non consente una facile definizione dell'accadere. La vicenda si scinde infatti secondo due ordini di lettura contrastanti: il primo appare ovvio e letterale, in funzione delle attese dettate dal sistema dominante di valori monarchici, mentre l'altro scaturisce dalle dissintonie interne al testo così letto, dal contrasto con le attese che una tale interpretazione determina, dall'inspiegabilità di incongruenze che fanno apparire numerosi passi e momenti drammatici come ingiustificabili o enigmatici, creando un disagio che costringe a cercare una diversa integrabilità degli elementi testuali. Vani tentativi di espungere passi «scomodi» hanno già più volte separatamente suggerito la necessità di rivedere l'interpretazione del testo.12 Connettendo tra loro tali passi, intesi come sintomi di un'intenzionalità non coglibile al primo livello, sembra emergere una seconda coerente lettura delle stesse scene, segnata da una ratio comune e da un orientamento antitetico a quello della prima lettura. Ne scaturisce un diverso gioco di informazioni, non nel senso di una nondirezionalità del messaggio ma, nei termini di M. Ba166

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==