Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

bita che può riordinarsi per Prospero il mondo di errori della storia, invertendo il vettore machiavellico di Antonio, Sebastiano, Alonso (ma anche Stefano, Trinculo, Calibano) per i quali al contrario la statualità o potere, prioritari, possono forzare la natura: nella coppia non elettiva di Claribel con il re di Tunisi, nelle congiure mortali tra fratelli per il trono, come nei tradimenti di e tra cortigiani o villani. L'ostensione della scena- inserita in un geometria che sembra imitare il sistema di sfere celesti concentriche nella cosmogonia del tempo- «predica», nel risalto deittico che suggerisce, una scelta polemica, in un intreccio, ·come noto, privo di fonti specifiche4 • In esso si esprime il messaggio simbolico dello scholar Prospero, erede dello scibile dell'epoca - filosofico, scientifico, metafisico, nobiliare - unito a un potere magico e regale. 2. La scena bivoca L'oscillazione interpretativa cui la Tempesta si è rivelata esposta è forse senza paragoni rispetto alle altre opere di Shakespeare. Nata per il teatro, per essere recitata nel popolare Globe Theatre, come poi davanti al raffinato pubblico di corte, essa è stata, a partire dall'ottocento, a lungo giudicata dalla critica opera da leggere, non da rappresentare sulla scena, per l'eterea ineffabilità5 • Sereno quadro arcadico e favola squisita per alcuni 6, vicenda di incerta e momentanea sospensione di un caso incombente per altri, collocata in uno spazio addirittura gotico, paragonabile ai dipinti di Jeronymus Bosch per Jan Kott7, la Tempesta è apparsa nel segno di una grande «noia» a Lytton Strachey, impaziente di fronte alla supposta artificialità del suo paesaggio, cui preferisce quello più sanguigno e «realistico» del giovanile Sogno di una notte di mezza estate8. Ope165

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