Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

niero, e di Ferdinando, ai suoi interessi dinastici nel regno di Napoli, di cui si ritiene di diritto erede per la presunta morte di Alonso nel naufragio. L'oblio sociale è totale per entrambi, ma il setting non è una leggiadra arcadia, né un «cronotopo» cavallerescocortese, alludendo ai più duri lavori domestici. In un duetto scevro di orgogli o strategie di seduzione, alla disarmata innocenza di lei, naturale per l'isolamento in cui è vissuta, corrisponde la franchezza immediata indotta in Ferdinando da un ritorno all'«infanzia» che Prospero gli ha imposto con un magico- e pedagogico- sonno ipnotico. L'idillio pastorale, estraniato alla sua tradizione di sereno e elegante riposo, esprime così un regime delle emozioni anti-eroico quanto improntato alla plainness già vantata da Cordelia e da Kent nel King Lear: 162 Per. I am, in my condition, A prince, Miranda; I do think, a King; I would not so!- and would no more endure This wooden slavery than to suffer The flesh-fly blow my mouth. Hear my soul [speak: The very instant that I saw you, did My heart fly to your service; there resides, To make me slave to it; and for your sake Am I this patient log-man. Mir. Do you love me? Per. O heaven. O earth, bear witness to this sound, And crown what I profess with kind event, If I speak true! if hollowly, invert What best is boded me to mischief! I, Beyond all limit of what else i'th' world, Do love, prize, honour you. Mir. I am a fool To weep at what I am glad of. Pros. Fair encounter Of two most rare affections! Heavens rain grace On that which breeds between'em! Per. Wherefore weep you?

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