Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

collega.in cucina, no, ma rimaneva tranquillo dov'era, non del tutto sveglio, non del tutto addormentato, finché il signor Knott ritornava». 61 /vi, p. 57. «[...] corre voce che Knott preferirebbe non avere assolutamente nessuno intorno che si occupi di lui...» 62 Ludwig Wittgenstein, Tractatus, cit., 4.0621: «Le proposizioni 'p' e - 'p' hanno senso opposto, ma ad esse corrisponde un'unica e stessa realtà». 63 «And so he needed to be wintnessed. Not that he might know, no, but that he might not cease» (Watt, cit., p. 202). [E cosi aveva bisogno di testimoni. Non per poter sapere, no, ma per poter non cessare]. 66 /vi, p. 212. «[...] nell'otturazione simultanea delle cavità facciali, i pollici in bocca, gli indici nelle orecchie, i mignoli nelle narici, gli anulari negli occhi e i medi, liberi in un momento decisivo per promuovere l'intellezione, distesi lungo le tempie». 65 lvi, p. 79. 66 /vi, p. 215. «Ma quando pensò che fosse mezzanotte o giù di lì, ed ebbe messo il signor Knott nella sua camicia da notte, e poi nel suo letto, allora scese in cucina, come faceva ogni sera, per bere il suo ultimo bicchiere di latte, per sfumare il suo ultimo quarto di sigaro. Ma in cucina stava seduto un estraneo, alla luce crepuscolare del fornello che si spegneva, su una sedia. [ ... ] Mi chiamo Micks, disse l'estraneo. Un istante ero fuori, e l'istante successivo ero dentro. Dunque il momento era venuto». 67 /vi, p. 248. «Notare come la dichiarazione di Arsene gradatamente ritornò a Watt». 68 Ivi, p. 220. «Perché il sedersi era un alzarsi di nuovo, e il peso posato un altro peso da sollevare, e la porta chiusa un'altra porta da aprire, così immediatamente dopo l'ultima, così presto prima della successiva, da risultare, molto probabilmente, alla lunga, causa più di fatica che di sollievo». 69 /vi, p. 221. «Le poche semplici parole al momento della separazione, che significano tante cose, per colui che rimane, per colui che se ne va...». 10 lvi, p. 237. «[...] un suono inquietante di soliloquio sotto dettatura...». 71 /vi, p. 246. «[...] nella prima luce del mattino, il quadro più bello in cui un uomo potesse sperare d'imbattersi, in una giornata di marcia». 158

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