Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

beaucoup lus jeune» (Samuel Beckett, Mercier et Camier, Paris, Les Editions de Minuit, 1970, pp. 193-194). [«Dove mi ha conosciuto? - disse Camier. - Lei scuserà la mia cattiva memoria. Non ho ancora avuto il tempo di dipanare tutta la matassa. - Volentieri - disse Watt. Nella culla [...] Ho conosciuto uno di nome Murphy - disse Mercier - che le somigliava un poco, anche se era più giovane».] È quasi superfluo aggiungere che il berceau nel quale Watt ha conosciuto Mercier e Camier è un luogo della testa del loro autore. Va anche ricordato che in Malone meurt, giusto nella storia di Macmann appare, fra i pazienti del manicomio Saint-Jeune-de-Dieu, un degente che rassomiglia spiccatamente a Watt: è il cosiddetto «Anglais» (che diventa, nella versione inglese, «the Saxon»). Non solo il suo modo di parlare è quello (come si vedrà) di Watt con Sam («Fucking awful business this, no, yes?; Samuel Beckett, Malone meurt, Paris, Les Editions de Minuit, 1971, p. 181) ma egli citerà esplicitamente Quin («Dreamt all night of that bloody man Quin again», ivi) che, nella prima stesura di Watt, è il nome di colui che diverrà poi il signor Knott. Anche in Mercier et Camier le ultime parole di Watt, nella ressa generale, sono: « Vive Quini» (Mercier et Camier, cit., p. 204). Forse nel primo nome di Knott si cela l'ennesima metafora scacchistica tipica dell'opera di Beckett. 15 Watt, cit. p. 214. «Come non al primo, ma al secondo posto, fu l'inizio della storia, nella narrazione di Watt, così ora non al quarto, ma al terzo fu la conclusione. Due, uno, quattro, tre, ecco l'ordine in cui Watt raccontò la sua storia. Non diversamente sono costruite le quartine eroiche». 16 Nel Purgatorio di Joyce, scriveva Beckett, «il movimento è adirezionale o, se si vuole, multidirezionale, e un passo avanti è, per definizione, un passo indietro.» Beckett S., Dante... Bruno. Vico... Joyce, in AA.W., Introduzione al Finnegans Wake, Milano, Sugar, 1961. 17 «Watt thought sometimes of Arsene. He wondered what Arsene had meant, nay, he wondered what Arsene had said, on the evening of his departure. For his declaration had entered Watt's ears only by fits, hardly at all. He had realized, to be sure, that Arsene was speaking, and in a sense to him, but something had prevented him, perhaps his fatigue, from paying attention to what was being said and from enquiring into what was being meant. Watt was now inclined to regret this, for from Erskine no information was to be obtained» (Ivi, p. 77). [«Watt pensava qualche volta ad Arsene. Si domandava anche che cosa aveva voluto dire Arsene, anzi, si domandava che cosa aveva detto Arsene, la sera della partenza. Infatti la sua dichiarazione era entrata nelle orecchie di Watt solo a tratti, e nel cervello, come tutto ciò che entra nell'orecchie solo a tratti, quasi per niente. Si era reso conto, naturalmente, che Arsene stava parlando, e in un certo senso a lui, ma qualcosa gli aveva impedito, forse la sua stanchezza, di fare attenzione a quanto veniva detto, e di ricercare che cosa vi si intendeva. Watt era ora incline a rimpiangere questo, perché da Erskine non c'era da aspettarsi nessuna informazione.»] 18 lvi, p. 57. «Ma per ritornare a Vincent e a Walter; erano molto simili a voi per altezza, larghezza e ampiezza, vale a dire grossi ossuti cenciosi sofferenti macilenti, con gambe a X, denti guasti e gran naso rosso, risultato di troppa solitudine, dicevano, esattamente come io 152

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==