stando il pasticcio, «stripped to the waist», [nudo fino alla cintola] con una «great iron rod» [grande verga di ferro], lasciando cadere nella pentola il suo sudore e le sue lacrime «of mental fatigue» [di fatica mentale]. Ovviamente simili ingredienti aggiuntivi, lacrime e sudore, sono di un gusto inebriante per un padrone. Il signor Knott, normalmente, mangia interamente tale pastone, «every atom», a pranzo ed a cena- ma si dà anche il caso che talvolta ne lasci parte o, sebbene molto più di rado, interamente. Per risolvere il problema del cibo avanzato, nel Mr. Knott's establishment si è deciso di ricorrere all'ausilio di un cane famelico- cioè opportunamente mantenuto tale- atto alla bisogna. Ma perché un cane famelico si presenti con regolarità fra le venti e le ventidue al portone di casa Knott, c'è bisogno di chi lo accompagni e presenzi al suo pasto, nel caso- raro- ce ne sia. Ed ecco far capolino fra le pagine di questo romanzo la numerosa ed indigente famiglia Lynch, un'autentica corte dei miracoli di sciancati, orbi, nani, emofiliaci, pustolosi ed epilettici; ad essa è dato il compito - mercè un generoso appannaggio annuo di cinquanta sterline, qualche abito smesso nonché alcune «untiring well-timed affectionate words of advice and encouragement and consolation»39 - di allevare due cani famelici; il primo da condurre all'orario stabilito presso il portone di casa Knott, l'altro per prendere il posto dell'animale alla sua morte (di stenti, naturalmente). Così dunque si profilano nella loro interezza tutte le serie vermicolari che circondano l'essere immoto del padrone: i servi, che si alternano nel modo descritto da Arsene, i cani famelici, gli individui della famiglia Lynch a cui sono affidati, e quelli della famiglia Graves, da tempo immemorabile curatori del giardino di casa Knott. In questo trionfo del «to and from», solo, immutabile- perché, si vedrà, mutevole - è il signor Knott, nodo di tutte queste esistenze e, al contempo, loro negazione, unico a 139
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