Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

A tale proposito, vi è un luogo interessantissimo nello «short statemen» di Arsene, lì dove egli discetta delle tre forme di riso «that strictly speaking are not laughs, but modes of ululation: the bitter, the hollow and the mirthless». Ognuno trae origine dall'altro e tutti nascono dalla sofferenza, dalle lacrime: The laugh that now is mirthless once was hollow, the laugh that once was hollow once was bitter. And the laugh that once was bitter? Eyewater, Mr. Watt, eyewater.31 Ma se il riso amaro è il riso etico che «laughs at that which is not good» e quello vuoto è il riso intellettuale che «laughs at that which is not true»; il riso tetro è il riso dianoetico, il risus purus, «the laugh laughing at the laugh, the beholding [...] in a word the laugh that laughs - silence please - at that which is unhappy».32 Il riso dianoetico, il riso contemplante è il riso dell'indolente, il riso che pervade interamente le pagine beckettiane. Tale indolenza non è atarassia ma sofferente affrancamento dalla sofferenza nei propri paesaggi mentali, cioè, in definitiva, nelle proprie percezioni. Ancora una volta, è il riso con il quale Belacqua saluta Dante alle falde della montagna del Purgatorio, e con il quale lo stesso Arsene potrebbe salutare Watt: «Or va tu su, che se' valente». 3. La confortevole casa a due piani del signor Knott 'Twas not by ideas, - by heaven! bis !ife was put in jeopardy by words. Laurence Sterne «Mr. Knott was a good master, in a way».33 In un certo senso buono, sicuro, ma inconoscibile, per lo meno fin quando a Watt sarà dato svolgere mansioni al piano terra; buono proprio perché inconoscibile. Di tale inconosci136

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