Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

sente che la vera storia, quella per cui ci si è impegnati nella lettura, principia alla meta di questo. Ed è lì, alla meta, dove sta per sortire l'attesa narrazione, che Watt e il lettore incontrano Arsene, il servo che, com'è prassi, sta per abbandonare la casa. Lo «short statement», come viene sarcasticamente definito da Beckett - supera in realtà le venti pagine-, con il quale Arsene introduce Watt al misterioso regolamento che presiede alla mobilità dei servi, racchiude interamente il senso di questa straordinaria avventura lavorativa che Watt, distratto dalla sensazione di essere finalmente giunto alla vigilia del «new day», del «day without precedent», vanamente in seguito tenterà di richiamare alla memoria.17 La dichiarazione di Arsene verte essenzialmente sui servi, sul ritmo dei loro arrivi e partenze - ineluttabile, il principio del quale si perde nella memoria, come anche gli stessi nomi di coloro che hanno soggiaciuto a tale ritmo, ad esclusione di quelli direttamente conosciuti da Arsene (Vincent, che se ne andò quando questi arrivò, e Walter, che sparì quando giunse Erskine)- nonché sulle loro particolarissime caratteristiche fisiche; But to return to Vincent and Walter, they were very much your height, breadth and width, that is to say big bony shabby seedy haggard knockkneed men, with rotten teeth and big red noses, the result of too much solitude they used to say, just as I am very much Erskine's and Erskine very much mine, that is to say little fat shabby seedy juicy or oily bandy-legged men, with a little fat bottom sticking out in front and a little fat belly sticking out behind.18 Ma ciò che fa dello «short statement» di Arsene il fulcro stesso del romanzo è la descrizione della sua esperienza presso la casa del signor Knott, per forza di cose così diversa da quella che condurrà Watt ma al contempo simi129

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