considerava propria, sebbene più verosimilmente di proprietà del comune (ma tale era il suo atteggiamento verso le cose che gli piacevano: «He knew they were not his, but he tought of them as his. He knew were not his, because they pleased him»).5 Quando un poliziotto, sollecitato da Hackett, giunge sulla scena del misfatto carnale, egli non vede nulla di sconveniente: non solo, infatti, mani e lingue hanno riassunto lo stato di quiete ma addirittura sono spariti i loro legittimi proprietari. La panchina è vuota e al signorHackett non vengono risparmiate alcune indignate volgarità. Questa panchina svolge un ruolo importantissimo per l'intero romanzo ed era giocoforza che i suoi indegni occupanti dovessero sparire: solo da essa, infatti, il signor Hackett avrebbe potuto scorgere la goffa sagoma di Watt, accompagnandovi per così dire l'attenzione del lettore. È difatti dal momento in cui lo sguardo di Hackett incontra Watt che può farsi effettivamente principiare questo strano romanzo, memore di Sterne certamente, ma di uno Sterne al cui sorriso giocoso e moralista è stato sostituito il risus purus, il riso dianoetico. Hackett, sia detto, non conosce Watt - e pertanto ciò consente al lettore di non conoscere nulla della sua vita passata - ma deve in qualche modo riconoscerlo, pronunciare il suo nome, presentarcelo. Conseguenzialmente, per compiere interamente il proprio officio, Hackett ha bisogno di un personaggio ausiliante, di chi gli faccia da tramite con lo sconosciuto mondo di Watt: tale personaggio è il signor Nixon- e, in generale, il signore e la signora Nixon. Personaggi provvisti della stessa coralità di Nagg e Nell di Fin de partie, gli anziani signori Nixon si offrono, in virtù di una vecchia amicizia fra Hackett e il signor Nixon, come interlocutori, passivi ed attivi, di farseschi dialoghi - si commenta una sorta di imeneo scritto di tale Grehan, avvocato rinchiuso in un penitenziario; nonché si narrano piccanti particolari relativi alla nascita di Lar121
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