Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

ficato indugiare sulla trasparenza di una terza persona falsa e, con l'ingresso di Sam, inutilmente contraddittoria nonché contraddetta. Vi era dunque bisogno di un martire, di chi con il suo percepire e con il suo successivo svanire - conseguenza del suo non essere percepìto - testimoniasse l'esistenza di Watt nonché il suo necessario punto di partenza. Questo percepiente impercepito è, appunto, il signor Hackett, luogotenente dell'autore (come vorrebbe anche un certo ordine alfabetico, che prima di Be-ckett dà sicuramente (h)A-ckett). Né, pertanto, la prima azione nella quale lo sorprendiamo avrebbe potuto essere altra cosa da una percezione: una coppia è lì, sulla panchina che egli ritiene propria, prescelta nell'uso per potervisi adagiare a rimirare l'orizzonte. Il signor Hackett sente il bisogno di osservare a fondo gli usurpatori e all'uopo si avvicina quanto più possibile alla panchina. Se mai qualcuno gli richiedesse, pensa il signor Hackett, il motivo di tale imbarazzante contiguità, egli potrebbe sempre dichiarare di stare aspettando il tram, essendovi nelle vicinanze una fermata a richiesta. Volendo, tale stato d'attesa potrebbe essere predicato anche della coppia in questione; ma il signor Hackett ha occhio per i particolari e non può non notare la stranezza del loro comportamento: «for the lady held the gentleman by the ears, and the gentleman's hand was on the lady's thigh, and the lady's tongue was in the gentleman's mouth».3 Non privo di una certa benevolenza nel dispensare cause ed essendo il gruppo plastico dei due così tanto dissimile da chi dovrebbe nervosamente scrutare il fondo della strada, il signor Hackett non ha un attimo d'esitazione: «Tired of waiting for the tram, said Mr Hackett, they strike up an acquaintance» .4 Per quanto uomo di statura straordinariamente bassa, la sté:l.tura morale del signor Hackett non avrebbe mai potuto tollerare un simile aggrovigliarsi, e per di più sulla panchina che 120

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