Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

26 «Soltanto i rami dalle adunche foglie dragonescamente damascano la pallida luce lisciata al tornio; neri,/ neri sempre nerissimi su di essa. Il nostro responso, oh, il nostro oracolo!» 27 «Nessuna cosa di quante vedono i miei occhi, vagando per il mondo, I è un tale latte alla mente, né le sospira tanto profonda poesia, / come un albero i cui rami erompono nel cielo./ Fa' che siano frassini: o in giorno di dicembre raccolti come vele, / o che in collinosi pettini, pieghevoli fruste, si aprano / pigri, e rinnovino i nidi al sommo del cielo./ Toccano il cielo vi battono a tamburo; oh, come i loro artigli/ lacerano la rovinante enorme volta invernale! Maggio» 28 «Essi lo toccano, vi battono il tamburo, bilanciandosi;/ lanciandosi lacerano con gli artigli la rovinante enorme / volta invernale. Occhio.» 29 «Pazienza, ardua cosa! Dura cosa anche a pregarla,/ a invocarla, è la Pazienza! Pazienza che chiede,/ che vuole la guerra, vuole ferite;...} ....Naturale edera del cuore, la Pazienza ricopre / le nostre rovine di naufragati, passati intenti. Vi alleva / violacei occhi e mari di fluide foglie ogni giorno.» 30 «chi di noi due/ verrà meno per primo alle sue forze, e giacerà,/ mucchio di devastate rovine che furono una volta un mondo d'arte?» 31 «No, non banchetterò, io non banchetterò di te, o Disperazione, conforto della carogna; / non voglio disfare, se pur lente siano, queste ultime corde d'uomo I in me, né, al colmo della stanchezza, gridare: più non posso. lo posso;/ qualcosa posso: sperare, desiare che venga giorno, non volere non essere./ Ma oh, tu terribile, perché vuoi duro sopra me I calcare come roccia il destro piede, torturatore del mondo? Piantarmi sopra una zampa di leone?/ Rovistare con tenebrosi occhi nelle mie ossa frante? Squassare/ oh, in turbini di tempesta, me qui rammucchiato, frenetico di schivarti e fuggire?» 32 Jakobson R., Questions de poétique, Paris, Ed. du Seuil, 1973, pp. 238-239, in particolare, e inoltre tutto il saggio «Le parallélisme grammatical et ses aspects russes». 33 «Cada la carne, I rifiuti mortali/ vadano al superstite verme; fuoco greco del mondo, lasci sol cenere: in un baleno a uno squillo di tromba,» 34 «Quale essere nella decrepita sfatta natura ebbe un tempo I quel soffio che qui presentemente scandisce questi accordi possenti/ di un canto accorato? È forse un frangente I dal cipiglio irsuto, scosceso? Con entro una bufera di libeccio,/ una corrente che avvolge rotoli di ondate crollanti/ rovinose tonanti vorticose; visto dal fondo, il loro barile è di un fatato verde./.../ O l'appello di un vagabondo, volteggiante, travolgente, ardito squillo.» 35 «Mite fuoco, signore della musa, la mia anima vuole; / io voglio il rapimento unico di una ispirazione.» 36 ) TheJournal, cit. p. 125: «All words mean either things or relations of things... To every word meaning a thing and not a relation belongs a passion or prepossession or enthusiasm which it has the power of suggesting or producing but not always or in everyone. This not always refers to its evolution in the man and secondly in man historically... A word then has three terms belonging to :t, ò'QOL or moments - its 115

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