Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

14 Gardner, cit. vol. 2 p. 356. 15 Freud S., Opere vol. X, Torino, Boringhieri 1978, p. 583. 16 Ibidem, p. 574. 17 Freud S., Opere vol. VIII, Torino, Boringhieri, 1976, p. 173. 18 Ci si riferisce alle argomentazioni contenute nel dialogo platonico sulla bellezza. 19 «Oh, lasciate che egli con le sue arie angeliche m'innalzi e mi deponga! Soltanto,/ avrò l'occhio rivolto ai suoi segni, strani disegni lunati, al suo picchiettato piumaggio sotto/ le ali: così un grande uccello di tempesta, ogni volta che ha volteggiato a suo agio per la spiaggia violacea di tuoni,// piumata del viola dei tuoni, se un turbinio dei gloriosi nivei vanni/ sparga un colossale sorriso da lui, che soltanto mira al moto,/ muove il fresco vento della meraviglia sulla nostra mente.» 20 The Letters of Gerald ManleyHopkins to Robert Bridges, Oxford University Press, London, 1970, p. 83. "Sake is a word I find it convenient to use: I did not know when I did so that it is common in German, in the form sach. lt is the sake of 'for the sake of', forsake, namesake, keepsake. I mean by it the being a thing has outside itself, as a voice by its echo, a face by its reflection, a body by its shadow, a man by his name, fame, or memory, and also that in the thing by virtue of which especially it has this being abroad, and that is something distinctive, marked, specifically or individually speaking, as for a voice and echo clearness; for a reflected image light, brightness; for a shadow-casting body bulk; for a man genius, great achievements, amiability, and so on." 21 «Come i due suoni accusano questa città stagnante e fragile!/ come disperdono il nostro sordido torbido tempo, con la loro purezza! / Noi, vanto della vita e desiata corona, perdemmo la letizia,// l'incanto dell'antica primavera sulla terra:/ la nostra fattura e il nostro fare crollano e si dissolvono/ nell'estrema polvere dell'uomo, subito scolano nel fango originario dell'uomo.» 22 «La natura è tanto tenera a toccarsi, / è così fragile creatura, I e come a spegnere questa lucida/ veggente sfera basta una puntura.» 23 «città e campagna I vi si incontrarono un giorno, qui urtando, bilanciando le forze; Il tu vi hai una gonna vile di mattoni che guasta quella prossima natura I ove ottimamente è fondata la tua grigia bellezza; / sgraziata struttura, tu vi hai confuso la pura/ armonia rurale, di genti, armenti e fiori.» 24 Per la traduzione di questa poesia giovanile: Marucci F., Il silenzio e la parola, Pisa, 1977. «La mia finestra si apre sui voli delle nubi, I Foglie cadute, pallidi cieli, vicende di stagioni,/ La gente che si incontra e si disperde: / il mondo intero si muove; io sto a guardare. // ....// No, dovrei amare la città di meno, I Meno di questa arte mia ingenerosa; / Ma io desidero il deserto,/ O rive incolte e dirupate. // Passeggio sulla mia terrazza ventilata.,/ E spio il sole che tramonta e che si leva,/ Vedo virare i piccioni cittadini,/ Seguo le corse delle rondini// Tra la cima della torre e il terreno,/ Laggiù, sotto di me, nell'aria che le porta; / Poi scopro un punto lungo l'orizzonte, I E anelo d'esser là.» 25 «Strisciano roche foglie sul suolo sibilante/ nel respiro del vento che sfiora la terra.» 114

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