Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

La poesia sente le frequenze, i rumori interni di questa lingua, con la consapevolez?a che a tre passi di distanza non si sente più. E un idioma che parla da casa fino ai 273' sottozero del cosmo. 4 1 E qui ci possiamo fermare sullo spazio. Un ultimo aspetto del lavoro di Finzi ci riporta a Hopkins con il suo «dialogo sperimentale con la Natura». Ecco la solitudine desertica dei luoghi, la loro purezza intatta così cara a Hopkins, e il lungo, protratto dialogare poetando, che Finzi con Zanzotto chiama Galateo in bosco: qui i luoghi sono regolarmente segnati come nel bosco di Angelica e Medoro. Ma qui qualcuno scampa all'appuntamento «terribile», scampa la follia d'Orlando qualcuno col suo invitare la natura a trasfigurarsi, col suo corteggiarla e senza fine, al segnale, farle quel discorso che Finzi dice perverso: Lo spazio del perverso... si estende ad angolo giro, su 360 gradi, come un radar che esplora i cieli con un suo cielo. Mentre la nevrosi e la fobia si situano in un certo senso in relazione al sapere, la perversione introduce uno scivolamento verso la poesia. Se l' ars poetica, come dice Freud, è «la tecnica per superare la nostra ripugnanza» in connessione con le barriere che ci dividono dagli altri, la vittoria del· perverso sulle "potenze psichiche" del pudore, del disgusto e dell'orrore apre uno spazio nello spazio. In luogo di far entrare in società i suoi sogni a occhi aperti, egli invita la natura a trasfigurarsi sognando la sua brutale, ma educata condotta. Galateo in bosco potremmo intitolare anche questo indelicato poetare. 4 2 E altrove: La sfida della perversione è portata sul terreno 110

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