Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

ne legata al sentire (prepossession of feeling); la sua definizione, astrazione, espressione vocale o altre espressioni; e la sua applicazione, «estensione», la cosa concreta che cade sotto la sua nominazione. È chiaro che di queste una sola è propriamente la parola; la terza non è una parola ma una cosa significata da lei, la cui natura deve essere ulteriormente esplorata. Ma neppure l'intero campo del termine mediano è ricoperto dalla parola. Poiché la parola è l'espressione, il modo di dire (uttering) dell'idea nella mente. Questa stessa idea ha due termini: l'immagine (di vista, suono, o scapes di altri sensi), che è di fatto fisica ed è formata da una energia raffinata che ne accentua i nervi, ed è una parola che è di colui che la pronuncia, ovvero una parola incompleta; e in secondo luogo la concezione.36 Di seguito Hopkins distingue anche due tipi di energia mentale: un tipo transizionale che investe un'idea, un concetto, una parola, per poi passare all'idea successiva; e un tipo costante che si applica e si fissa solo a un'idea, concetto, parola. L'energia mentale costante si chiama anche contemplazione, dice Hopkins. Così la rappresentazione artistica coinvolge un'energia che fissa nuclei, li porta alla contemplazione della mente, e coinvolge al contempo un'energia che passa, transizionale. Il rapporto fra le due energie nell'opera d'arte si riflette nel rapporto complesso che lega le parti al tutto. Architettura della poesia e velocità della parola Anche in questo caso abbiamo una riflessione che conduce all'elaborazione di un discorso sulla bellezza complessa, sui rapporti di simmetria e asimmetria dentro l'unità dell'opera, e sui fattori di continuità e di discontinuità. Il discorso riporta alla distinzione fondamentale fra 105

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