Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

poeta, nel sistema nervoso dove le parole vengono a innervarsi, a colpire il centro di energia disponibile che chiama all'opera. ... I Flesh fade, and mortal trash Fall to the residuary worm; / world's wildfire lea­ [ve but ash: In a flash, at a trumpet crash, (48, versi 18-20)33 Squilla la tromba sulla generale rovina della carne, sui rifiuti mortali, sulla cenere sola che rimane. E il medesimo appello risuona fin dai primi frammenti. Qui è innanzi tutto un soffio che scandisce accordi nella decrepita e sfatta natura. È anche una corrente che avvolge rotoli di ondate crollanti, che sono anche rovinose e vorticose: alla fine più forte di tutto è scandito il richiamo: o l'appello di un vagabondo, volteggiante, travolgente ardito squillo. What being in rank-old nature should earlier [have that breath been That here personal tells off these heart-song po­ [werful peals? A bush-browed, beetle-browed billow is it? With a south-westerly wind blustering, with a [tide rolls reels Of crumbling, fore-foundering, thundering all­ [surfy seas in; seen Underneath, their glassy barrel, of a fairy green. Or a jaunting vaunting assaulting trumpet tel­ [ling. (53, versi 1-7)34 Nel sonetto «To R.B.» (51) dedicato a Robert Bridges, scritto pochi giorni prima di morire, Hopkins affida all'amico la lettura e la spiegazione della sua opera; ma soprattutto invoca ancora una volta la grazia di uno squillo che lo richiami, tardo e malato, alla sua arte: la grazia del rapimento unico di un'ispirazione. 103

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