livello dell'estremità dell'anulare. Questa sovrimpressione è forse ancora più suggestiva e apre prospettive mitologiche e cosmiche. In «La eravate et la montre» di Apollinaire, testi diversi, senza alcun legame tra loro, occupano sul quadrante il posto delle cifre, come suggerisce nella sua prefazione Michel Butor, per transfert: «H mio cuore» sta al posto della cifra 1, suggerendo che non si ha che un solo cuore, e/o che non lo si offre che una sola volta; «gli occhi» si situano, logicamente, al posto del 2; «il bambino» corrisponde al 3, in quanto vertice del triangolo familiare; 1'8 è associato a «l'infinito», cosa che si giustifica in vista del segno matematico dell'infinito, una specie di 8 orizzontale; il testo «le muse alle porte del tuo corpo», nel posto del 9, suggerisce che il corpo femminile dispone di nove aperture, conformemente alla teoria che Apollinaire formula nel «Poème à Madeleine»; il numero delle sillabe dei versi della Divina Commedia spiega che le parole «e il verso dantesco lucente e cadaverico» si trovano nel posto dell' 11. L'organizzazione ritmica del testo ammette, e sollecita, le figure classiche. La mancanza di una coerenza semantica apre ampiamente la porta alle diverse forme della iterazione (della ripetizione), della inversione delle parole, delle righe, di intere pagine. L'etimologia scherzosa domina spesso il testo, che, a prima vista, appare come la decomposizione di parole polisillabiche. Così la parola solei! viene scomposta nel cerchio solare di Pierre Garnier in sol, aile, e ail (1968, 159-160). Tra le espressioni grafiche della ellissi e della aposiopesi: le lineette possono riempire parecchie righe; accompagnano il testo kortasirodalom («letteratura contemporanea») e korszeruség («lo spirito del tempo»), probabilmente non senza ironia in Munkanapl6, «diario di lavoro» 1970-1978 di Pal Nagy. I trattini rappresentano una forma di silenzio più attiva, più aggressiva, del silenzio, rispetto al silen89
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