Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

Questo testo è, in verità, intraducibile, non è trasponibile da una lingua all'altra, conformemente ai principi della poesia spaziale che postula «il linguaggio per il linguaggio», un «testo per il testo», senza referenti suscettibili di essere trasposti, tradotti. I frammenti di enunziati si contraddicono, si annullano reciprocamente. Non appena il traduttore crede di aver colto il sintagma verbale hajadat botoritod, per sostituirgli "arricci i tuoi capelli", ecco il sostantivo hajadat («i tuoi capelli», accusativo) si trasforma in haj adat («capello, indicazione», nominativo). È l'assenza di una struttura sintattica coerente a garantire l'indipendenza del testo, che rimane una sostanza non referenziale. Metafora e figure grafiche Torniamo un istante alla ragnatela del testo-immagine, a questa ragnatela che non è una ragnatela, e che tuttavia viene presentata e accettata come tale. Questa sostituzione grafica del goniometro alla ragnatela non differisce, in quanto procedimento semiotico, dalla metafora lessicale o grammaticale. Si tratta di un «tropo per analogia». Nel contesto che abbiamo davanti siamo indotti a vedere nella rete che sta intorno al ragno contemporaneamente una ragnatela e un goniometro. L'interferire delle due immagini ingenera, come ogni metafora, un numero illimitato di messaggi: «precisione geometrica del lavoro del l ' insetto», « rianimazione antropomorfica di uno strumento di precisione», «la scienza che cattura nelle sue reti l'universo», e così via. · Nel capitolo, o ciclo, «Kezrol-kezre» (Di mano in mano) del Journal in-time, le impronte digitali delle mani si trasformano per sovrimpressione nella pianta di una città tedesca: le linee del palmo corrispondono alle strade del centro della città, mentre il cimitero appare al 88

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