Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

George Judice qualifica questa tecnica poetica come una definizione di sé nello spazio (« self definìtion in space», 1981, 124). I versi spostati, che avanzano sempre più verso il margine destro sembrano riflettere, in una poesia di Désiré Kosztolanyi la speranza che nasce nei genitori accanto al letto del loro bambino gravemente malato: (27) Vartung a sotétben. Istenem. Reménység. (Si attendeva nel nero. Mio Dio. Una speranza. (Désiré Kosztolanyi, dal ciclo A bus férfi panaszai, I lamenti del triste adulto) Un climax grafico seguito dall'anticlimax rappresenta le forze crescenti e decrescenti, lo sforzo di elevarsi (verso la luna): 70 (28) Var labhegyen az eszén all, a kemény, j6falat izmait folpuffasztja a holdig, az eszén all, labhegyen var. (egli attende sulla punta dei piedi sulla punta del suo pensiero e fa enfiare la sua buona porzione di muscoli fino alla luna sulla punta del suo pensiero,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==