Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

(7) Lo zio Tobia si è piegato sulla lettera borbottando: -- - -- - se ne è andato, disse lo zio Tobia. (Tristram Shandy, libro 5, cap. 2) Strutture visive Staccatasi appena dal canto, la poesia si organizza nel suo nuovo elemento, la pagina stampata. L'articolazione visiva del testo sostituisce l'organizzazione musicale. La forma visiva «disegna nella memoria dell'ascoltatore l'immagine delle due quartine e delle due terzine [del sonetto] meglio di un qualsiasi schema acustico», scrive Pierre Garnier (1968,56). «La poesia trascritta in linee continue rischia di passare per una prosa» secondo Béla Z6lnai, il primo linguista che ha dedicato un libro agli aspetti visivi dei testi letterari ([1926]; 1975, 75). L'organizzazione visiva assume tutta la sua importanza nell'epoca del verso libero; e questo spiega perchè taluni autori definiscono il verso a partire dalla disposizione visiva del testo (Cohen 1966, Delas e Filliolet 1973). Come valutare l'apporto dell'immagine all'effetto estetico? Prendiamo il caso dei versi con enjembement. In precedenti pubblicazioni mi sono sforzato di mettere in evidenza l'importanza funzionale della discrepanza tra strutturazione metrica e strutturazione linguistica (1960; 1980). L'analisi di un insieme di testi inglesi, francesi, tedeschi, ungheresi, ha permesso di tracciare i contorni di una semantica dell'enjembement, e di riportare le categorie semantiche che esso implica ai diversi aspetti acustici e visivi delle pause irregolari. Alcuni significa59

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