che ora si dissociano, grigi, dalle pecore che rimangono nella serie cicatrice, foruncolo, sorella, Suora Bianca. I lupi potrebbero buttar giù la barriera. Per paura il paziente la rende rigida: questa volta è un muro, anche se con una porta, chiusa e non usabile (volendo, la donna grossa potrebbe girare al di là del muro, ma non passerebbe dalla porta). La donna grossa porta con sé, nella sua cicatrice sul naso, tutte le pecore, per questo è grossa, essa è gravida delle duecentomila pecore morte, che potrebbero tornare a vivere se l'Uomo dei lupi, sognando, non le avesse separate dai lupi che costituiscono ora il polo distinto e separato dell'animato. È questa distinzione, per noi, che consente all'Uomo dei lupi di passare al sogno successivo. «Il paziente e sua madre sono insieme in una stanza; in un angolo, le due pareti sono ricoperte di quadri sacri. La madre stacca i quadri e li butta sul pavimento. I quadri si rompono in tanti pezzi»16 • Se prima è stato l'Uomo dei lupi a rompere lo specchio, ora è sua madre. Nel luogo della fobia si inserisce, come nel disegno del rebus17 , la funzione della madre che rappresenta il godimento del padre. Nuovo sogno: «Il paziente, in piedi accanto alla finestra, guarda un prato in fondo a cui c'è un bosco. Il sole brilla tra gli alberi, screziando l'erba, i sassi del prato sono di una curiosa sfumatura violacea. Il paziente guarda in particolare i rami di un certo albero, ammirandone l'intreccio. Non riesce a rendersi conto di come mai non abbia ancora dipinto quel paesaggio»18 . Riedizione del sogno dei lupi sull'albero. Ma questa volta i lupi non ci sono, nella scena manca l'animale. Gli occhi lucenti, memoria, residuo del terribile, la vigilanza della nonna sul coito, si sono allontanati, ma allora, sogno del giorno successivo, è possibile uscire dalla finestra, il paziente «deve» scavalcare il davanzale, solo che ora l'interno in cui si trova è collocato in un grattacielo, il piede rimane 46
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