Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

Ecco cosa i lupi tengono a bada. Tengono a bada qualcosa che essi stessi, lupi bianchi, rappresentano. L'animale nel luogo della fobia vigila sulla barriera rappresentando al contempo l'animato che vi passa al di là. Rappresenta l'animato segnando il tempo, come i cavalli di Hans, sull'inanimato. Ora le pecore tornano a farsi vive. Si ripropone il godimento del padre, confusione di ciò che è vivo e ciò che è morto. Ed ecco che l'Uomo dei lupi reintroduce nei suoi sogni, che riporta in analisi, lo spazio della rappresentazione, il luogo della fobia: «In una strada larga c'è un muro con una porta chiusa. A sinistra della porta un grande guardaroba vuoto, munito di cassetti dritti e ricurvi. Il paziente sta in piedi di fronte al guardaroba; sua moglie, una figura in ombra, è dietro di lui. Dall'altro capo della parete c'è una donna grande e grossa, che pare voglia girare dietro il muro. Ma dietro il muro c'è un branco di lupi grigi, che corrono in su e in giù, dirigendosi però sempre verso la porta. Gli occhi dei lupi brillano, è evidente che vogliono lanciarsi sul paziente, sulla moglie e sull'altra donna. Il paziente è atterrito, teme che i lupi riescano a buttare giù il muro»15. La donna grossa ha anch'essa una cicatrice sul naso, ma non la teme, così come non teme i lupi. L'analisi è a sua volta il luogo in cui il luogo della fobia può ripresentarsi e rappresentarsi. Il sogno ne caratterizza il metodo: una forma che consente a ciò che segue (il luogo della fobia segue il fondamento psicotico, è una «risposta teorica») di strutturare il soggetto essendone condizione (così come abbiamo intravisto le teorie sessuali infantili che nel luogo della fobia trovano la loro invenzione, costituire al contempo un patrimonio indiscutibile dell'inconscio). L'analista è chi potrebbe anche, volendo, andare al di là del muro, perché non teme i lupi 45

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==