Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

parato della nevrosi, dall'angoscia e dalle minacce della psicosi. La fine dell'analisi ha questo in comune con il delirio: che sana dalla psicosi attraverso, non una nuova ideazione, ma il ritrovamento dell'antica. Il ritrovamento, ad esempio3, delle teorie sessuali infantili che durante l'analisi sono state alternativamente riabbracciate e rirepudiate, nella elaborazione però del loro funzionamento, che può essere implicita o esplicita. Esplicita dà luogo alla fase didattica dell'analisi, quando il soggetto trova nella psicoanalisi la stessa teoria che fece designare da Freud il piccolo Hans come un «teorico» della distinzione nella grande suddivisione di tutte le cose esistenti, in animate e inanimate. E l' «aggiunta» del fapipì al giro dell'unico tratto con cui era stata tracciata la giraffa, marcava il collegamento delle teorie sessuali infantili alla grande teoria pulsionale. Implicita quando tutto questo avviene in un sogno, quando l'inconscio trova una sua via personale alla raffigurazione del rapporto tra nome e teorie sessuali infantili, tra significante e pulsione, tra pulsione e luogo della fobia. Qualsiasi teorizzazione della fine dell'analisi ha un riferimento a tale collegamento. Se per fine dell'analisi si intende trionfo di un proprio desiderio che finalmente si manifesta, questo vuol dire che inibizioni e fobie si sono destrutturate. Ma ciò che appare non ha relazione con la struttura logica del luogo della fobia dal quale esse si erano dipartite, ma con qualcosa che evidenzia lo scacco, la mancata efficacia di questo «luogo» che, come ormai sappiamo, ha avuto la funzione di rendere possibile il superamento di quello che abbiamo chiamato il fondamento psicotico della nevrosi, in una nevrosi «riuscita». Ma ciò che sta alla base di questa nevrosi «riuscita», ha come correlativo nella psicosi piuttosto la paranoia, e 35

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