Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

sarà questa infatti a riaffiorare nelle possibili eclissi della nevrosi, come nel caso dell'uomo dei lupi. La paranoia risente dell'organizzazione psichica. Essa ripropone i problemi cui il luogo della fobia aveva dato risposta. Ripropone innanzitutto la questione dell'origine che si è nel frattempo mutata in una questione della «causa». Abbiamo visto come il luogo della fobia rendesse, come il ricordo della mia analizzante in braccio al padre arrivava ogni volta a tamponare l'esplosione nei sogni di un'uguaglianza di statura che avrebbe reso possibile l'incesto (era questa la bomba innescata della cui prossima esplosione essa si chiedeva la causa e l'origine: era lei l'autrice dello scoppio o l'uomo in giacca a quadri «alto come lei»?4), come il luogo della fobia fondasse una sproporzione che i successivi ragionamenti potevano aggiustare («il fapipì è piccolo ma crescerà») in vario modo ma che sempre d'altro canto non facevano che ribadire l'innegabile, quanto cioè ogni bambino, da Hans a Richard, ogni bambino in analisi esige che si riconosca: che il suo è piccolo. Asserzione all'apparenza sovvertitrice, ma che tiene conto dell'immutabilità, per l'inconscio, delle teorie sessuali infantili. Una simile considerazione della fine dell'analisi, in rapporto all'apparire di un desiderio proprio, del proprio vero desiderio, che può essere il più vario, ma che mette con la sua stessa postulazione in campo la questione dell'origine e anche quella di un soggetto come causa di un desiderio, allontana la teoria delle pulsioni dal luogo della fobia che l'ha accolta\ ed ecco che il «delirio» che smantella per un tratto la nevrosi ha il suo referente in un'altra strutturazione della psicosi: la schizofrenia. Ora in campo non c'è più la questione dell'origine, della responsabilità e della causa. Non c'è più dubbio, non c'è più domanda. Il soggetto stesso coincide con la 36

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