Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

trasse se stesso con in mano le spoglie svuotate del godimento del padre. La revoca delle teorie sessuali infantili ridicolizza il tentativo di ristabilire la misura del «piccolo»: il clitoride non è un piccolo pene. E dopo aver steso la sua rete Marco torna alle prese con i pennarelli che riprende a far ballare. Esasperata, la sua terapeuta compie l'unico gesto che può sbilanciare felicemente Marco dal suo ostinato testa a testa col sigarone del babbo. Lo invita a buttarle i pennarelli che sta maneggiando con chiusa cupaggine. Il ragazzo si illumina e ubbidisce, riprendendoli poi quando la giovane glieli rimanda al volo. Che cosa è successo? E in che cosa questo episodio, questa gioiosa regressione a due, differisce da un passo falso capace di innescare il meccanismo del passaggio all'atto libidinoso o aggressivo spesso scatenato anche da una sola occhiata o da un gesto minimo? Si manifesta qui il valore positivo di quel lontano errore iniziale: l'esser stato trattato da principio come un piccolo paziente è divenuta man mano condizione e presupposto del miglioramento di Marco. Forse è a partire dai sassini da lui portati per qualche tempo in pagamento che la dimensione del «piccolo »si è resa recuperabile, riscattabile potremmo dire, sia pure nella modalità ancora ambigua, dall'esito incerto, non del «deposito di una unità di misura», ma dell'impersonarla incarnandola tardivamente. Appendice Il racconto del caso del «piccolo» Marco ha molti punti di contatto con il racconto di Hoffmann L'uomo della sabbia sul quale Freud si soffermò nel suo studio del «perturbante». Punti, coincidenze che ci fanno ammirare 26

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