Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

se in questione suona 'Es strebt in mir', in cui il soggetto è espresso dall' 'Es'»37 • Se si tien conto, inoltre, che, sempre nelle note apposte da Gadda (sotto la veste del presunto chiosatore Dott. Feo Averrois) nel Castello di Udine, appare - se non erro per la prima volta nei suoi scritti - il termine tecnico «inibizioni», e dell'allusione all'espressione di Giordano Bruno («l'Arrostito», nel testo) «Umbra profunda», una eco diretta di una possibile lettura di Weiss appare molto probabile. Più tardi, nella conferenza «Psicanalisi e letteratura», pubblicata nel 1949 (ma il cui testo è precedente), Gadda fa un riferimento che appare esplicito al libro di Weiss: «Il manualetto era chiaro, se pure tascabile: e aveva pregio di unicità, o almeno di singolarità, in un mondo da cui ogni suo simile stava per essere così romanamente sbandito, 'polizeitlich verboten'»38 . In una successiva intervista a Alberto Arbasino39 , Gadda dichiara tra le sue letture: «Dopo i contatti letterari di Firenze, tutto il grosso repertorio di idee che si può brevemente designare - se non di psicopatologia - di psicanalisi»; e nomina, con Freud, Breuer, Charcot gli «psicologi positivisti», tra cui Tito Vignoli, autore di L'intelligenza nel regno animale. In data 28 maggio 1936, del resto, Gadda aveva pubblicato su «L'Ambrosiano», «Una tigre nel parco», uno scritto autobiografico che si rifà, nella sua premessa, apertamente a «Gli psichiatri contemporanei», che, «come taluno deplora sulla stampa, riconducono a una sorgente infantile i maggiori fatti del nostro spirito: i più ricchi di contenuto dinamico». E aggiunge: «La mia biografia è ricchissima di deliziose pre-conferme alle 'analisi' degli specializzati e alle loro complesse sistemazioni dottrinali», per passare poi alla rievocazione di talune di queste sue esperienze infantili: «inseguendo la sofferenza o la gioia, perverrò alle immagini e quasi agli stadi 185

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