Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

dell'ideale: ma farò sentirvi grugnire il porco nel braco: messi il grifo e le zampe dentro e sotto dal cùmulo della gianda, dirà la sua cupida e sensual fame con le véntole balde degli orecchi e immane gaudio di tutto il cilindro del corpo. E fremirà nel suo codino cavaturaccioli. [...] Tendo a una sozza dipintura della mandra e del suo grandissimo e grossissimo intelletto: tendo a far che vàdino contenti li eroi; darò loro cignale e vitellozzo a mangiare e molto mescerò perché molto bevino; i maschi li farò sanguigni, con orecchi rossi, carnosi; li farò incalorire con i vini meglio nostri della Italia, dentro tutte le vene del Chianti e del Barolo ai signori, del Trani di Capitanata a' povari ed a' meccanici 36 • 5. La tigre e gli escrementi Le brevi pagine di «Tendo al mio fine» ci dicono, probabilmente, anche qualcosa di più: ci introducono, cioè a riproporre la tematica dell'impatto della psicoanalisi su Gadda, entro una costellazione che è strettamente attinente alla componente «militare» che, muovendo dai diari 1915-1919 si ritrova poi in tutta la sua opera. «Tendo al mio fine» è la risposta di Gadda a un qùestionario, o - come scrive l'autore in una nota dell'edizione in volume, «referendum» - «circa le 'tendenze' degli scrittori interrogati». Ma perchè «Tendo al mio fine»? Sembra lecito fare una supposizione. Nel 1931 l'editore Hoepli aveva pubblicato gli Elementi di psicoanalisi di Edoardo Weiss. Vi leggiamo, a proposito del concetto di Super-Io: «Se vogliamo esprimere esattamente il rapporto tra l'Io e la fonte psichica degli istinti non è corretto usare il modo: 'Io tendo a questo fine'. L'espressione esatta sarebbe invece: 'Mi vien fatto di tendere (in me c'è la tendenza) a questo o quel fine... Nella lingua tedesca, dove esiste il pronome neutro della terza persona, la fra184

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