Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

E allora quelli oggetti o cubi che intravedemmo al primo aprire delli occhi, vengono giustificandosi perché un sistema noto e certo li categorizza e li cementa in una realtà unificante, agglutinante o sistema: ed è il sistema che la nostra ragione conosceva prima del sonno e della stanchezza e che rivediamo ricomporsi, per così dire, sotto i nostri occhi. E quel cubo è un sasso, e l'altra forma un fucile, e il fucile è perché siamo soldati, e il sasso è perché siamo sulla terra del Carso, e tutto si ricompone e cementa nel sistema e viene apoditticamente giustificato (in quell'attimo) dal sistemaI9_ In modo diverso ma convergente, queste tre citazioni, o reperti, inducono al tema del «risveglio», dell' «inizio» di uno stato, cioè, «psicologico» - come scrive Gadda - che precede e prelude alla ricomposizione, «ricategorizzazione» nella «realtà unificante» del sistema che - dirà altrove - contraddice, a causa di una deformazione logica (pensata fuori del tempo) alla «molteplicità dei significati d'un tessuto reale»20. Se a tali passi, e ad altri analoghi, ne accostiamo un altro - ove di nuovo si parla del risveglio a proposito di «esempi di felicità tratti dalla mia esperienza psicologica»21 («Nei più lontani approdi della memoria sono alcuni sereni risvegli dell'infanzia: uno in Ligurià, nel sole splendido, nel letto della mamma, con una bianca barca di legno») appare facile indulgere nell'idearsi una sorta di privilegiamento gaddiano del «precategoriale». Ma seguiremmo una pista falsa. Gadda ci smentirebbe subito con questa osservazione-chiave: Anche le «illuminazioni» improvvise, le «divinazioni», le «fulgurazioni», ecc. elaborano in realtà (aut compongono aut sintetizzano) materiali noti e accumulati. Il momento in cui esse appaiono 175

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