Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

Rientrato, nel gennaio 1919, dalla prigionia, mentre riprende con intensità gli studi al Politecnico, dando esami uno dopo l'altro, Gadda decide di iscriversi ai corsi di filosofia della milanese Accademia Scientifico-Letteraria; vi rinunzia «per motivi economici», ma, dopo la laurea in ingegneria, nel 1922, riprende la propria idea, e, benché ragioni di lavoro lo trattenessero due anni in Brasile, giunse alla soglia della tesi di laurea, su Leibniz, che si limiterà, però, ad abbozzare nel maggio 1925, mentre tuttavia dà opera a un intenso lavoro di ricerca letteraria che ci darà, tra l'altro, l'Apologia manzoniana (1924), apparsa successivamente, tra i primi editi gaddiani, su «Salaria», del gennaio 1927, e l'ampio manoscritto del Racconto italiano di ignoto del novecento, pubblicato postumo nel 198313 • Gadda è tuttora incerto tra filosofia e letteratura. Nei Cahiers giungerà a scrivere: L'impeto «poetico», veramente «poetico» della mia adolescenza, che, se fosse stata sana, avrebbe prodotto «ogni virtù», si è attenuato. Il mondo logico-critico sta sovrapponendosi al mondo esterno14. Mentre perciò appaiono i suoi primi scritti critici e narrativi, su «Salaria» e su «La fiera letteraria», scrive di getto, tra il maggio e l'agosto 1928, la prima e la seconda stesura della Meditazione milanese; e, ancora l'anno dopo, riassume, chiosa, tematizza l'Etica e la Teodicea di Spinoza e i Nuovi Saggi di Leibniz. Finché, dal 1931, lo troveremo definitivamente impegnato nell'attività di narratore e di giornalista. Non faremo, proprio a Gadda, critico del concetto di causa e assertore della molteplicità infinita, delle «infinite combinazioni» che presiedono al reale e lo costituiscono15, il torto di attribuire la scelta filosofica del 1919 172

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