Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

«Vita notata. Storia», che si protrae, sia pure per lo spazio di non molte pagine, sino al 31 dicembre 1919, per dieci mesi, cioè, dopo il ritorno in patria. A parte poche pagine, pubblicate nel 1951 e nel 1953, Gadda si decise a farlo stampare soltanto nel 1955: la prima parte, anzi, il «Giornale di Campagna» appare solo nell'edizione Einaudi del 1965, che contiene in tal modo quanto di queste note ed appunti vergati giorno per giorno non era andato perduto per le vicende belliche dell'autore. Ma, nel 1931, i lettori dell' «Ambrosiano» non sapevano certo dell'esistenza di questi quaderni. Non è da escludersi che Gadda ne avesse parlato a qualche amico scrittore o giornalista, e che fosse stato sollecitato a pubblicarli, data la stima che negli ambienti letterari si era conquistato con la pubblicazione, in quello stesso 1931, del volume La madonna dei filosofi4 • In ogni caso l'articolo che egli scrive in proposito, e dal quale abbiamo preso le mosse, più che a un interlocutore esterno sembra essere rivolto proprio a se stesso, e rispondere pertanto a dubbi e perplessità insorti nei confronti di quelle pagine di quindici anni prima, in base a un interrogativo che non tanto riguardava i modi della scrittura, quanto invece, appunto, la loro stessa forma-diario: a un interrogativo, cioè, teorico, o almeno metodologico. 2. Immagini del risveglio È merito di Gian Carlo Roscioni avere decisamente ampliato - dapprima con il saggio La disarmonia prestabilita5, e poi con la pubblicazione dell'inedita Meditazione milanese nel 1974 - la nostra conoscenza dell'impegno speculativo, o, più precisamente, filosofico, sotteso in così larga misura alla produzione letteraria di Carlo Emilio Gadda tanto da determinare spesso, specie nelle opere maggiori, la Cognizione del dolore6, il Pasticciac170

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