testo del Corriera svaligiato i segni di un «dispiacere doloroso» - per la presenza e la perdita del suo autore libertino - fino alla propria «disinibizione», per la quale (come del resto per quei segni) si fanno più lievi e prendono qualche luce anche certi percorsi limacciosi6 • I Ragguagli di Parnaso di Traiano Boccalini, pubblicati in due «centurie» negli anni 1612 - 1613, a Venezia7 , avevano inaugurato la pubblicistica del secolo e anche una maniera di critica e di discussione morale e politica. La loro incessante imitazione si svolse spesso in saccheggio, dell'invenzione, del gioco, di oggetti e figure, perpetrato in popolari e anonime scritture politiche, come in lavori letterari firmati o attribuibili e di qualche pretesa, e durò per tutta l'età barocca e oltre. Ben di rado al modello o a una provocazione meno corriva e usuale dei ragguagli boccaliniani - distribuiti in quelle due centurie e nella Pietra del paragone politico8 , ma circolanti anche in opuscoli minimi, di quattro o cinque, e manoscritti - la congerie degli scritti italiani del Seicento annessa al loro prestigio rispose con qualche vivo riflesso o variazione originale della copiosa e affabile immaginazione di Parnaso, o della insistente ironia e delle vene di sarcasmo che pure l'accendono, in note e scatti d'estro e di colore, o della stessa misura letteraria che prevale sull'arido assortimento barocco delle ricercatezze e dei fregi. Il ragguaglio di Parnaso è polemica e cronaca in un mondo delle Muse aggiornato, trafficato, non senza gesti ed espressioni di eloquenza; ed è proprio l'inventiva sorprendente del suo contributo alla pubblicistica a destinarlo subito alla divulgazione, alla facile ripetizione, al consumo. In qualche modo ricorse nel secolo con la frequenza e la serialità di un genere letterario. La sua prima intuizione aveva rinnovato e moltiplicato le soluzioni, cambiato la destinazione, la cadenza e il gioco di una immaginazione letteraria9 che circolava sotto il control146
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==