Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

esperto come il nevrotico è spinto a un certo punto a cercarlo. per i propri problemi. Il bambino, come lo psicotico, presenta soluzioni, risposte. Ma, mentre per lo psicotico l'essenziale è trovare le domande giuste, altrimenti sbagliando domanda anche la risposta cambia e per lo più nel senso più minaccioso del termine, al bambino non serve tanto la domanda giusta quanto, come nel caso che stiamo esaminando, quel felice errore che consiste nel formulare proprio la domanda sbagliata, così come avviene che un ricambio di fortuna riesca a far funzionare l'apparecchio guasto se l'originale manca. Nel caso della piccola Sabrina, frutto di una fecondazione in vitro, è lei stessa a mancare aUa propria origine naturale. Creatura in qualche modo artificiale, funge lei stessa da protesi, è dalla nascita quel pezzo che Hans alla fine della sua cura sogna di vedere sostituito dallo stagnaio. Alla sua psicoterapeuta che si pone sul suo stesso piano, partecipando ai suoi giochi e in qualche modo rispecchiandosi nel suo essere trait-d'union tra i genitori e tra i genitori e lei, il problema pare che sia quello di colmare il gap relativo all'origine reintegrando in un modo o nell'altro la funzione della copula. A questo serve forse l'abbandono frequente al gioco del solletico, un gioco sottilmente disperante, di cui si può morire, morire dal ridere, mimando i preliminari e i postumi di un coito che non c'è stato. Figura, per la psicoterapeuta, di ciò che vi è di assillante nell'imperativo, per l'adultò, di non mascherare, di rivelare, infine, come nascono i bambini. Ed è mirabile il modo in cui la piccola corregge queste aberrazioni dell'ottica narcisistica. Essa effettua un giorno un disegno particolare: in un cuore delinea il ritratto del volto della sua terapeuta. Poi lo prende e lo nasconde in un cassetto, correndo a controllare che ci sia ancora ogni volta che ritorna da un periodo di sospensione dei 15

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