Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

una scienza spesso vaga, talvolta presentata molto minuziosamente e tanto apprezzata anticamente quanto oggi è trascurata. Scopo dell'euristica è lo studio dei metodi e delle leggi di invenzione e di scoperta. Qualche traccia di essa può essere ritrovata negli scritti dei primi commentatori di Euclide; a tale proposito, esiste un passo particolarmente interessante dovuto a Pappo. I tentativi più famosi di conferire all'euristica assetto sistematico risalgono a Descartes e a Leibniz, che seppero essere contemporaneamente matematici e filosofi. A Bernhard Bolzano si deve un insigne saggio di euristica(...) L'aggettivo euristico significa «utile per la scoperta».5 Tra le iridescenze di una storia segreta, che corre dalla matematica alla ricerca storica6 , e la ramificazione insensibile nel cuore dell'avventura intellettuale, l'euristica esibisce una configurazione aporetica che la espone all'ambiguità di uno statuto vagante e nomade. Congiungendosi sia, idealmente, alla suggestione di un algoritmo universale, sia, sostanzialmente, ad una saggezza elusiva e non canonizzabile, rappresa nella lacunosa densità degli aneddoti di scoperta o nei taciti circuiti delle abilità, irriducibili a codici e formulari. Come se il suo statuto oscillasse costantemente tra la formalizzazione e la narrazione, tra l'ombra del dominio e lo spettro della disseminazione. Tensione in cui si iscrive, nonché la riflessione filosofico-euristica di Gadda, il suo testo.7 3. L'euristica discendente Il «pensiero-disegno» isola in vitro il dramma dell'inventiva, lo racchiude nella «cinta daziaria logica» dell'affrontamento problematico e sperimentale; il suo valore di esempio, in tal senso, è anche il suo limite. In 125

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