Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

ste con le immemorabili consuetudini della storia naturale, dalle «trasformazioni biologiche» agli atti di linguaggio (l'«arte consolatrice») alla plasticità modulabile dei «centri nervosi». Così come l'intelligenza creativa allo stato puro, senza aggettivazioni, del «disegno» o progettazione riassume il brulicante universo degli artifici e dei marchingegni dell'«esprit in full working»4 • È il «momento più lucidamente euristico del pensiero» che trova per Gadda la sua naturale mitificazione in Leonardo (MI 223), purezza germinale e sorgiva che si staglia sull'«accumulo nubiloso dei pensieri»: prodigiosa commistione, nella figura del «notomista» delle parvenze. «Poe della meccanica» tra scienza ed arte, tecnica ed invenzione. Il c'est partout camme icy dell'Arlecchino leibniziano tesse la traducibilità indefinita dell'euresi. Siamo nel cuore dell'«ars inveniendi» (MI 168) di Gadda, in cui rivive la proverbiale oscillazione tra il vagheggiamento di una caratteristica universale (il calculemus leibniziano) e la dispersione nel groviglio polimorfo delle strategie, delle tecniche non garantite di risoluzione dei problemi. Ma il nome moderno dello spazio transdisciplinare che ha ereditato il progetto di un'ars magna è appunto euristica: rinnovandone gli accidentati fastigi, riproponendone la crucialità, Gadda si immette di fatto nel solco di un'interrogazione costitutivamente ambigua - ad un tempo antichissima e mai istituzionalizzata, centrale nei vari progetti di enciclopedia dei saperi ma dispersa nell'immensa fiumana di scritti e frammenti che narrano, più o meno autodiegeticamente, gli antefatti dell'esperienza creativa. 124 Euristica, o euretica, o ars inveniendi, era il nome che contrassegnava un certo tipo di studio, in verità ben circoscritto, caratteristico della logica, della filosofia, o della psicologia. Si trattava di

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