Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

nella linearità di una concatenazione operativa. «Questa mimesi o epitome o metodo è quindi soltanto un battere strade già note, dopo l'augusta e laboriosa recognitio che il reale opera, originalmente deformandosi e invenendo (invenire latino)» (284). Volendo applicare questa topica alla dimensione testuale, la stessa scelta neologica (o arcaicizzante) di «euresi» vale come «aferesi» rispetto alle modeste risorse della «nomenclatura comune» e al carente sistema di notazione del linguaggio, che instilla in Gadda la proverbiale riluttanza verso gli «epifonemi civili». Ma in tal senso, proprio in conseguenza del suo essere espressione faute de mieux, l'euresi non ammetterebbe un termine antitetico-polare. Se infatti «nell'euresi non esiste metodo, ché solo l'euresi esiste» (282), va subito aggiunto che «l'euresi o sintesi o posizione prima avvenuta non è metodo né non metodo: è quello che è» (283). Rinnovato accento sullo scacco del linguaggio che indica ad un tempo l'urgenza e la difficoltà di precisare un dominio concernente la logica della scoperta scientifica (Gadda fa l'esempio di Galileo Ferraris che escogitò il principio del campo elettromagnetico rotante: «quella è l'euresi, è il tendere, è il sintetizzare per la 1 a volta e pertiene al trapasso dall'n all'n+ 1», 223), ma più in generale l'esercizio della ragione, il regime di razionalità limitata in cui si dispiegano le sue strategie. Conseguendo i suoi risultati «come un 'ritrovato'», senza poterli riguardare come una mèta preconcepita, la ragione esprime la flessibilità di un tendere verso un «fine-non fine», ovvero un fine che non preesiste in «incubazione partenogenetica», ma viene costituendosi nel vivo della deformazione. La stessa ragione, che sembra aver caratteri di fissità e certezza è una euresi e i progressi compiuti nell'analisi matematica (si chiama così ma 121

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